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miércoles, marzo 23, 2011

I ragazzi ossessionati dalla bellezza Visti da una ventenne italo-americana


bellezza

Puoi anche essere un genio ma, se sei brutta, non ti perdonano

I ragazzi ossessionati dalla bellezza
Visti da una ventenne italo-americana


“Mamma, perché i giovani italiani sono cosi ossessionati dalla bellezza?” La domanda che mi sono sentita rivolgere di recente da mia figlia Giorgia, laureanda in filosofia al Kenyon College dell’Ohio, mi ha lasciato sbigottita. Perché mi ha fatto riflettere su uno degli aspetti della società italiana che all’estero ci invidiano di più (pensate all’arte, all’architettura, alla moda) ma che, se trasformato in diktat collettivo, può essere nefando. “Rimanevo sempre male quando le ragazze considerate ‘bruttine’ venivano emarginate e persino discriminate dall’intero campeggio”, ricorda.

Giorgia, che ha compiuto 21 anni lo scorso ottobre, mi ha raccontato di aver vissuto gli effetti di quest’ossessione sulla propria pelle durante le sue annuali trasferte da New York in Toscana per frequentare il campeggio estivo Ashomer Atzair, nell’Italia centrale. Una cosa che ha fatto ogni estate fino ai 18 anni.
E’ successo anche a te?

Essere newyorchese mi rendeva off limit. Tutti mi giudicavano molto esotica e cool e quindi nessuno si accorgeva dei miei brufoli o dei chili di troppo.

E le altre ragazze?
“Il concetto di brutto e bello svaniva solo se la ‘brutta’ faceva parte sin dall’infanzia della tua ristretta cerchia di amici. Penso che l’Italia sia ancora un paese di clan”.
Non pensi che anche tra i giovani americani sia cosi?
“Quando si riuniscono tra di loro, i maschi americani possono essere crudelissimi. Idem le ragazze quando sono con altre ragazze. Ciò che mi ha stupito di più dell’Italia è che maschi e femmine partecipano insieme a questo impietoso gioco collettivo, che rende ancora più penoso ritrovarsi bersagli”.
Come lo spieghi?
“Penso che l’America abbia assorbito più profondamente il messaggio del femminismo mentre l’Italia di Silvio Berlusconi è stata forse condizionata da un modello di donna che al femminismo non si interessa. Sono le mie amiche italiane a lamentarsi quando chattiamo su Facebook”.
Le tue amiche americane che dicono?
“Che gli standard della bellezza italiani sono molto più alti e quasi impossibili da raggiungere. Per essere considerata bella a Roma o Milano devi essere perfetta, priva di difetti e magra come un grissino. Il che spiega come mai tante ragazzine diventano anoressiche o vanno sotto il bisturi”.
La chirurgia plastica non è certo un’invenzione italiana.
“Però l’Italia è l’unico paese dove vedi donne in bikini nei talk-show e per strada business-women coi tacchi a spillo e truccatissime. Come se il loro talento, da solo, non bastasse e per essere notate fossero costrette ad assomigliare a movie star”.
Che c’è di male a essere giovani, belle ed eleganti?
“La mia generazione ha una parola per descrivere l’ossessione dei giovani e delle giovani italiani per l’apparenza e il look: euro-trash”.
Cos’è?
“L’attrazione spasmodica per l’ostentazione, le griffe, l’oro, l’argento e tutto ciò che luccica. Nessuna delle mie coetanee si sognerebbe mai di vestirsi in quel modo volgare, tranne ovviamente i protagonisti di Jersey Shore”.
Le giovani americane sono più felici di quelle italiane?
“Credo che si sentono più a loro agio nella propria pelle. Oggi in America l’intelligenza e la cultura sono valori più importanti della bellezza fisica persino tra le attrici. In Italia puoi anche essere un genio ma, se sei brutta, non ti perdonano. Però anche nel mondo animale succede qualcosa di simile”.
Che cosa vuoi dire?
“Pensa al pavone: il maschio è splendido e coloratissimo mentre la femmina bruttina e monocolore. Nel mondo animale i ruoli si invertono e di solito è la femmina a scegliere il maschio”.

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